Digitale Terrestre che continua ad evolvere, benché il processo sia quasi concluso. In Italia, è fondamentale considerare una fase ancora incompleta che ha comportato e comporterà cambiamenti per molti, a volte minimi, altre volte con canali che spariranno o cambieranno posizione.
Ciò avviene perché è ancora in corso una trasformazione tecnologica significativa, iniziata nella seconda metà del 2022. Rispetto alla prima versione del digitale terrestre, questa sembra meno invasiva ma tecnologicamente più importante. Tuttavia, richiede alcuni adeguamenti.
Se la nostra TV o il decoder non sono adatti alle ultime tecnologie, alcuni canali, anche di importanti gruppi come Rai, potrebbero scomparire. Quali canali sono interessati e quali potrebbero non essere più visibili nei prossimi giorni?
La 2° generazione del Digitale
Il Digitale Terrestre non è una novità per gli italiani. Siamo giunti alla 2° generazione di questa tecnologia, che anni fa ha già portato a un cambiamento, rendendo obsoleti i vecchi apparecchi a tubo catodico.
Attivo dai primi anni 2000, il passaggio tra analogico e digitale terrestre di prima generazione ha comportato una trasformazione strutturale di segnale, ripetitori e ricevitori, fino alle TV di casa, che hanno cambiato tecnologia e aspetto, offrendo vantaggi e novità. Il processo si è concluso poco prima del 2010 in Italia.
La seconda generazione avrebbe dovuto svilupparsi quasi subito, ma elementi burocratici e tecnologici lo hanno impedito. Il processo è iniziato “effettivamente” dal 2010, ma il passaggio reale è iniziato solo oltre dieci anni dopo, un periodo molto lungo.
La necessità di cambiare nuovamente
Ci si chiede perché quasi tutti gli stati, come l’Italia, abbiano spinto i cittadini a cambiare di nuovo il supporto televisivo. Le ragioni sono due: la necessità di liberare le frequenze della precedente generazione del digitale terrestre.
Queste servono per accogliere le trasmissioni 5G, utilizzate in gran parte del territorio italiano, quindi è necessario “fare spazio”. Il secondo motivo è l’ottimizzazione: il nuovo formato garantisce un segnale più stabile, nuovi canali, maggiore definizione e miglioramenti audio rilevanti.
Il processo è iniziato con la conversione tra prima e seconda generazione nel dicembre 2022. In questo periodo, i segnali del vecchio digitale sono stati disattivati per il passaggio alla seconda generazione, fino alla metà del 2024, precisamente fino al 28 agosto 2024.
Cosa cambierà?
Dal 28 agosto 2024 è iniziato il passaggio totale di tutti i canali al DVB-T2 con codifica HEVC sui nuovi MUX, ovvero gruppi di iniziatori di segnali. I primi canali sono stati quelli nazionali di Rai e Mediaset, seguiti da quelli regionali, diversi da zona a zona.
In particolare, canali come Rai Storia HD, Rai Radio 2 e Rai Scuola sono stati i primi a cambiare frequenza, cosa che molti potrebbero non aver notato, ma è importante, soprattutto per chi non ha una TV o un decoder aggiornato. Nelle piccole città, questi canali, insieme a Rai 4 e Rai 5, potrebbero sparire.
Ciò è dovuto al cambio di frequenze, che richiede di verificare la compatibilità della TV. Ricordiamo che tutte le TV vendute nuove dalla fine del 2020 sono compatibili con il nuovo standard e non richiedono modifiche, solo una ricerca dei nuovi canali.
Controllo per recuperare canali
In caso contrario, è opportuno verificare la compatibilità, controllando il canale 200: se appare la scritta Test HEVC Main 10, la compatibilità è totale. Altrimenti, è necessario un nuovo decoder o una nuova TV.
Deve esserci la scritta HEVC sullo schermo o la dicitura DVB-T2 nel menù o sulla confezione. Poi, è necessario effettuare una ricerca dei canali, che in condizioni normali porta alla ricezione di oltre 250 canali, tutti adattati e standardizzati al nuovo digitale terrestre di seconda generazione.