Peggiori marche di olio d’oliva: ecco quali sono

L’olio d’oliva è indubbiamente il condimento di cui non possiamo fare a meno e sulle nostre tavole non manca mai. Lo usiamo tanto a crudo, per esempio per condire la nostra insalata o delle buonissime bruschette, oppure per cuocere altri alimenti (ad esempio della carne, del pesce o delle verdure).

In commercio esistono tantissime marche di olio di oliva fra cui scegliere e quando ci troviamo davanti allo scaffale del supermercato, siamo davvero indecisi. Cosa ci fa optare per l’una o per l’altra bottiglia di olio? Probabilmente il prezzo, dato che l’olio costa ogni anno di più, ma non è sicuramente questo il fattore da considerare.

Già, perché ci sono alcuni marchi di olio d’oliva che sarebbe meglio non acquistare mentre altri che superano abbondantemente le aspettative dei consumatori che così continuano a sceglierlo perché ritrovano proprio quel sapore del vero olio che, dal campo dove vengono raccolte le olive, arriva direttamente sulle nostre tavole per deliziarci.

Il colore dell’olio d’oliva ti dice se è di qualità

Ci sono diversi aspetti da considerare per capire se un olio d’oliva è di qualità e quindi merita di essere acquistato. Sicuramente dobbiamo usare i nostri sensi, dunque la vista. Questo è un metodo usato anche dai meno esperti e consiste nel guardare il colore dell’olio: l’oliva verde consente di ottenere un olio verde. Ciò vuol dire che l’oliva non era ancora matura, quindi il nostro prodotto avrà gusto forte e amaro, ma conterrà molti polifenoli, benefici per noi.

Se invece le olive hanno raggiunto la maturazione e sono diventate quasi violacee, l’olio che otterremo sarà di ottima qualità, di colore giallo oro brillante, con sentori fruttati e leggero pizzicore (che non indica che l’olio non è buono o è andato a male). Questo è in realtà l’olio extravergine più pregiato.

Infine, attenzione all’olio meno pregiato, quello ottenuto da olive che sono maturate troppo oppure che sono state portate al frantoio troppo tempo dopo la raccolta. L’olio ottenuto da queste ha una bassa qualità e potrai accorgerti di questo dal suo colore: non un giallo oro brillante come il precedente, bensì un giallo trasparente.

Corposità e sapore dell’olio d’oliva: altri aspetti da considerare

Oltre a guardare il colore dell’olio d’oliva, dovremmo far attenzione, per capire se è un prodotto di qualità, anche alla sua corporsità e al suo sapore. Infatti, si può effettuare un semplice test: lasciar scorrere sopra un cucchiaio dell’olio e osservarlo in controluce. Se la densità è bassa, vuol dire che l’olio è alterato o vecchio.

Al contrario, se la densità è alta, vuol dire che sono stati usati degli oli di semi. Poi, passare all’assaggio: ovviamente ognuno ha le sue preferenze ma in linea di massima, il sapore di un ottimo olio d’oliva dovrebbe essere leggermente amaro e piccante. In base alla maturazione delle olive e ad altri procedimenti di molitura, l’olio potrà avere anche determinati sentori, aromi e retrogusti.

Tenendo in bocca l’olio per 30 secondi, sarà facile accorgersi di tutti i suoi sapori: se pizzica leggermente, vuol dire che è un olio extravergine “novello”, ben conservato, con un basso tasso di acidità e dunque di elevata qualità. Se invece il sapore è amaro, vorrà dire che le olive usate erano poco mature e questo conferirà un gusto più intenso al prodotto.

Anche l’olfatto può aiutarci a capire se l’olio d’oliva è buono

Quindi guardare il colore dell’olio, verificarne la corporsità e assaggiarlo, sono tutti elementi che ci aiutano a capire se un olio d’oliva è di ottima qualità. Ed in effetti queste sono prove che facciamo tutti quando acquistiamo un olio, anche da non “esperti”, per decretare se ci piace o meno. Un’altra prova, che invece usano i “professionisti”, prevede l’uso dell’olfatto.

Generalmente, anche quando si fanno delle degustazioni, la temperatura ottimale è di circa 28°, così che l’olio possa sprigionare tutti i suoi aromi identificativi ed ecco perché i partecipanti tengono il bicchierino in mano per un po’ di tempo prima di odorare e assaggiare il “campione”. L’odore che l’olio d’oliva deve avere è questo.

Avvicinando il bicchierino al naso, l’olio deve emettere profumo di erba fresca appena tagliata e il caratteristico odore di olive fresche. Se invece non è questo ciò che si avvertirà, vorrà dire che l’olio è vecchio o contraffatto. Se invece si nota dell’odore di chiuso, questo è un altro cattivo segnale: l’olio è non è di qualità o è stato mal conservato.

Attenzione a questo dettaglio: l’olio di oliva così, devi buttarlo

Non tutti lo sanno ma anche l’olio d’oliva ha una data di scadenza ed è indicata proprio sulla confezione. In ogni caso, anche senza leggerla, potrai accorgerti che l’olio è scaduto o è andato a male perché il suo odore cambierà: da piacevole e leggero, irrancidendo, acquisirà una puzza sgradevole e forte, pungente e acre.

Anche il sapore non sarà più piacevole in bocca ma amaro e metallico, sicuramente da non utilizzare più, neppure in cottura. Il colore pure cambierà: apparirà torbido oppure sul fondo della bottiglia compariranno dei sedimenti che indicheranno che l’olio si sta degradando e non potrà più essere utilizzato, anche perché potrebbe essere dannoso per la salute.

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